mercoledì 27 ottobre 2010

Inter bella, ma non basta.

Inter - samp è, storicamente, una partita da "manette" e, se il cambio alla guida della squadra nerazzurra non fosse stato così radicale, molto probabilmente staremmo ancora parlando del fallo, o presunto tale, di Cassano in occasione del gol doriano.
In realtà nei giorni che seguono il primo dei due posticipi dell'ottava di campionato si registrano solo commenti positivi, sia sulla qualità di gioco espresso dalle due squadre, sia sull'intensità di un match tuttosommato molto divertente.
L'inter ha fatto la partita, come era logico aspettarsi, tenendo la palla per circa il 70% del tempo, mentre la Samp ha atteso, si è difesa con ordine, ed ha provato a ripartire, risultando alla fine perfino più pericolosa dei campioni d'italia (si veda il contropiede in chiusura di primo tempo sull'asse Palombo - Koman - Cassano, sventato in extremis da Zanetti).
La ripresa inizia con un Inter forse più decisa ad incidere, anche se è la Samp a trovare il vantaggio con la spintarella - veniale o no è ancora oggetto di dubbi e discussioni - che libera Cassano al cross per Guberti, il quale in girata insacca l'uno a zero.
La reazione dell'Inter è immediata e tutta nelle giocate di baby Coutinho - apparso in gran forma, ma ancora lontano dall'essere decisivo - che dopo aver concluso addosso a Curci, trova l'assist per il solito Eto'o, al gol numero 19 in stagione; ci sarebbero ancora dieci minuti, ma la partita non ha più sussulti degni di nota, e si conclude sull' uno a uno.
Bella partita, come detto, ma soprattutto partita che spinge a riflessioni sul momento dell'Inter: preso per assunto che il calcio vive di alti e bassi troppo spesso estremizzati, c'è da segnalare un'indubbia crescita sul piano del gioco, ma un'involuzione dal punto di vista della cattiveria agonistica e della ricerca del risultato; in sostanza il calcio del "ticchete - tacchete" in Italia non funziona, perchè ci sono squadre disposte alla perfezione e allenatori tatticamente preparatissimi, che non lasciano spazi agli attacchi avversari.
Il punto è questo: basteranno i complimenti per vincere il campionato? bastano le assenze, seppur pesantissime, a giustificare un rendimento così altalenante?
Ai posteri l'ardua sentenza.

Nessun commento:

Posta un commento